6. Vogliamo abilitare.

La competenza tecnica può far male, se diventiamo simili a quelli che Ivan Illich chiamava “esperti di troppo”:  quelli che si sostituiscono completamente alla persona “aiutata” e così la deprivano dell’abilità di cavarsela da sé. 
È un errore serio in questo mondo sempre meno intermediato, in cui ogni persona è sfidata a coltivare il self-help e ad essere sempre più eclettica e multi-professionale.
Invitiamo chi ha abilità tecniche a fare il contrario: onorare la sua specializzazione assumendo un ruolo facilitante e di mediazione: ti insegno a fare a meno di me.

Questo ci sembra raccomandabile in tanti campi disparati, noi testimoniamo con certezza che serve nella comunicazione: tutti gli esseri umani oggi sono chiamati a scambiarsi messaggi coi nuovi mezzi, con essi si pensa, si scambiano emozioni, si crea, si ricorda, si progetta e si decide.
Il nostro compito di professionisti e professioniste è rendere questo processo tecnicamente più fluido e umanamente più ricco.
Lo facciamo con corsi, affiancamenti e co-progettando ogni lavoro.

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