Il costo della comunicazione deve essere il più possibile contenuto, per non caricare il prezzo finale.
Per decenni si sono spesi budget di marketing importanti che prevedevano del lavoro creativo esternalizzato a un’agenzia e molte inserzioni e spot a pagamento; oggi converrebbe pensare a una buona coordinazione di immagine, che faccia la base ad un buon lavoro sui social in gran parte internalizzato. Tutto è più economico, ma non bisogna risparmiare in tempo di lavoro e in formazione.
A seconda dei casi: possiamo rinunciare del tutto alle inserzioni a pagamento; oppure si riduce al minimo l’acquisto di spazi pubblicitari a pagamento, privilegiando i periodici di nicchia e le radio di opinione e facendo attenzione all’effettiva indipendenza economica e politica della testata.
Il caso spinoso delle “sponsorizzate” sul web
Dove proprio occorrano inserzioni “sponsorizzate” sulle multinazionali del digitale (Facebook, Google,…) cerchiamo strategie di integrazione e razionalizzazione che permettano budget il più possibile limitati per generare il volano su spazi più liberi e disinteressati.
Non si tratta solo di risparmiare soldi, ma anche di sfuggire a una dipendenza: sappiamo che non è facile.
Con i nuovi algoritmi la questione è ancora più controversa, ma è evidente che più vogliamo essere “puri”, più occorre essere bravi.
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