Ogni essere umano è pieno di idee formidabili; ma non sono solo sue, sono nell’aria, ci attraversano, si accoppiano con altre idee…
Certo, se son nate nella propria mente le si ama come proprie, ma spesso val la pena di rinunciare al senso di possesso, perché per possedere un’idea la devi controllare, ma l’idea vuole muoversi, mescolarsi con le altre e fecondarsi. Nello sforzo inutile di controllarla, diventi vittima di una possessione e perdi la padronanza di te stesso come produttore di idee.
Invece se qualcun altro le condivide siamo più ricchi, non più poveri.
È così che la nostra specie ha inventato i linguaggi e gli utensili, altrimenti saremmo ancora sugli alberi. Da pochi secoli esiste il concetto di proprietà intellettuale che tutela poco gli autori e gli inventori, ma molto chi specula sulle loro idee. È un’idea ottocentesca.
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