Il gesto antico di prendere l’acqua al pozzo oggi si ripete quando andiamo al supermarket e prendiamo decine di chili di acqua in plastica, che costa, inquina e spesso è peggiore di quella del rubinetto.
Sappiamo che l’acqua pubblica è controllatissima, ma non sempre ci fidiamo dell’ultimo miglio di tubi che arriva al rubinetto di casa.
Ogni casa dell’acqua, se funziona bene, fa risparmiare una quantità mostruosa di bottiglie di plastica (milioni) e fornisce direttamente acqua controllata, ri-disinfettata con gli UVA, spesso gasata o fresca.
L’azienda italiana che da decenni produce le Case dell’Acqua per mezzo mondo è la DKR
Ci hanno chiamato (ormai un decennio fa) quando è cominciata la concorrenza low cost da parte delle multinazionali dei filtri, che proponevano ai sindaci e ai consorzi delle soluzioni molto economiche ma che, poi, costringevano a costosi abbonamenti per i filtri.
È una strategia-trappola che conosciamo tutti, ad es. con quelle stampanti che costano pochissimo ma poi hanno cartucce carissime e non compatibili.
Come molte PMI italiane, invece, DKR offriva un prodotto molto più avanzato, solido e sicuro, con un bassissimo costo di esercizio, ma lo raccontava con una comunicazione utile solo per gli uffici tecnici e gli addetti ai lavori.
Abbiamo rivisto il logo: come è nostra prassi, somiglia al precedente ma è molto più riconoscibile, pulito, visibile da lontano, elegante e coerente con lo spirito dell’azienda.
Abbiamo ridefinito l’immagine coordinata.
Abbiamo raccolto foto belle delle loro case dell’acqua, mentre prima fornivano solo foto tecniche.
Abbiamo riscritto tutti i testi, coniato headlines e payoff
Abbiamo prodotto dei bei cartacei.
Abbiamo creato un kit di “carte del venditore” in modo di fornire su cartoncino delle infografiche molto chiare a chi presentava le soluzioni ai decisori amministrativi e politici, in modo che avesse subito dati, proiezioni ed esempi per rispondere esaurientemente con risposte semplici a domande complesse.